Lettura riguarda la presenza del corpo, che avevo evocato in precedenza in Passi leggeri, e in Stazione eretta. È un lavoro radicale pur nella sua apparente semplicità. Mi interessavano le azioni quotidiane. Leggere è emblematico: riguarda la relazione tramente e corpo. Il corpo c’è ma è annullato, dimenticato: è la testa, attraverso l’occhio, che “mangia” il libro, che lo acquisisce. Volevo mettere in primo piano il corpo che respira nel momento stesso in cui facciamo un’azione in realtà mentale, per niente fisica. È qualcosa di marginale che viene evidenziato come zona significativa, che può avere senso. È sul margine, ma sul margine del percepire.Il libro che stavo leggendo è “il piacere del testo” di .Roland Barthes.