lingueitalianoRumore di fondo (1996-1999)In questo progetto ho voluto dare l’idea del vagare dell’attenzione lungo i bordi delle cose.Ci sono frammenti della presenza dell’altro, maglioni, pieghe e frammenti di facciate e angoli della casa, che vediamo sempre ma ai quali non prestiamo attenzione. Sono scarti, immagini residue di una percezione istituzionale codificata. La disattenzione, il vedere distratto, il caso sono parte del mio progetto. Gli angoli sono luoghi dove l’occhio cade inevitabilmente – sono parte della nostra vita quotidiana. Fuori da questo contesto, come in questo caso, diventano anche delle presenze scultoree. Nelle pieghe ingrandite ho voluto rendere l’idea della vicinanza dello sguardo, della prossimità con gli altri. Nelle facciate c’è uno slittamento della percezione, i piani verticali si appiattiscono e diventano orizzontali, senza interventi tecnici.Sono dei fermo-immagine della nostra esperienza quotidiana quando camminiamo per la città. / ingleseRumore di fondo (1996-1999)In this project I wanted to give the idea of a wandering perception moving along the edges of things.There are the fragments of presence of the other, sweaters, folds and fragments of facades and corners of my house, to which we usually don’t put attention, but we always see. They are scraps, residual images of a coded institutional perception. Inattention, seeing in a distracted manner, chance, are all part of my project The corners are places where the eye invariably falls – they’re part of our everyday life. Outside of this context, as in this case, they also become sculptural presences. In the magnified folds I wanted to render the idea of the nearness of the gaze, of our proximity to others. In the facades, there’s a shifting of perception: the vertical planes are flattened and become horizontal, with no technical manipulation.They are stop-action shots of our daily lives as we walk through the city. Cliccare sull'immagine per aprire la gallery